L'Amore e il terreno fertile

Ci sono dei momenti della vita in cui soffriamo talmente tanto, che l'unica cosa che abbiamo voglia di fare è sprofondarci e non pensare ad altro che non sia piangere. Sono momenti in cui una cosa storta tira un'altra, e cosí ci sembra di finire in un loop negativo e la tipica frase "capitano tutte a me"  è l'insulto quotidiano contro ilo mondo. E di solito questi momenti vengono da uno dei motori più grandi del sentimento umano: l'Amore. Mai come in questa fase della mia vita ho imparato cose dall'Amore. Ho capito che in una parola ne racchiude tante, che non è uno solo, non è un' idolatria o un'utopia unica e definita, non è il finale della Disney, dove il male viene sconfitto e due umani si sposano felici e contenti. No, non mi aspetto più tutto questo. Ho visto Amore per le strade, nelle discoteche, Amore di facebook, Amore tra amiche e amici. E ho visto Amori che sono iniziati, e che non sono mai finiti. A volte lasciamo andare qualcuno, a volte ci lascia andare. E non è banale, è quando ci lascia andare che fa più male. Ma finalmente ho capito che la cosa più importante è essere completi in noi stessi. 

Solo nel momento in cui non avremo bisogno dell'altro e di nessun altro, avremo il terreno davvero fertile per poter amare, e questo terreno fertile dev'essere condiviso, tra noi e l'altro. Quando dico che non credo nell'anima gemella, nella "mezza arancia", è perché non credo che ci sia una persona nell'universo che va bene per noi. Le persone possono essere migliaia, o milioni, ma dobbiamo trovarla nel momento in cui il terreno sia pronto per essere seminato, il nostro, e quello dell'altro. E non è così facile. Quante volte nella vita è finita una relazione, quante volte abbiamo sofferto pensando di esser di meno, inferiori, perché venivamo lasciati? Pensavamo che quella persona fosse giusta per noi, che fosse l'unica nell'universo, e facciamo di tutto, com'e normale nell'esser umano, per riprendercela, magari sbagliando, in una continua instabilità e fragilità. 

Ma non è cosi. Noi siamo sempre gli stessi, abbiamo alcuni difetti, come tutti, ma una storia che finisce, o un amore che ci lascia, non è il metro di misura per valutare la nostra persona. Chi abbiamo intorno, quanti ci amano, come lavoriamo, quante soddisfazioni ci da la vita, quanti obiettivi raggiungiamo, quante cose scopriamo ogni giorno che ci riempiono  e ci stimolano, quanti orizzonti ci apriamo con ogni dialogo con una persona nuova, con ogni viaggio, un viaggio che facciamo anche senza spostarci dalla nostra stanza, semplicemente scrivendo o parlando con una persona cara dall'altra parte dell'Europa. Questo siamo noi, e anche se un disamore può renderci fragili e infinitamente tristi, più tristi di qualunque altra cosa importante della nostra vita, è sicuramente un passo in avanti e non indietro. Un passo verso trovare noi stessi, verso l'essere migliori, il saper perdonare, il poter guardare l'altro senza paura. 

Ho visto amori iniziare, durare, finire, restare in bilico, tradire, diffidare, avere paura. Ma questo siamo noi, ognuno nel nostro mondo, e non abbiamo bisogno di qualcuno. C'è solo una cosa che non può essere rimpiazzata in tutto questo: la condivisione. E quello che più ci manca. Ma proprio per condividere, abbiamo bisogno che quel terreno sia uniforme, che non ci sia nessuna zona arida, nè dal nostro lato nè dall'altro. E non possiamo permettere che secchi anche la nostra terra. Piuttosto, è meglio mettere un confine, e continuare a coltivare la nostra terra, finché non arriverà il vicino giusto, quello che si sarà preso cura del terreno tanto quanto noi, e con cui solo allora potremo condividere i frutti. 

Meglio chiudere, non vorrei dimenticare di andare ad annaffiare la terra.

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Con questo post che non parla di viaggio, ma in un certo senso di viaggio umano, vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno istpirato a tornare a scrivere, tutti quelli che mi hanno strappato un sorriso tra le lacrime, che sono lontani ma vicini, che mi hanno dato voglia di vivere, autostima, esempio. Anche senza "mezza arancia" ho capito che devo molto alla vita. 

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