Verso i 30

L'età. 
E' qualcosa di molto soggettvo nel senso di personale quello che vorrei condividere questa volta. Il bisogno umano di generalizzare, probabilmente rispecchia quella necessità di trovare normalità e generalizzare la situazione propria di ognuno. Quante volte abbiamo detto "è normale, a tutti succede", per sentirci un po' meglio. O viceversa, perdere come mal esempio quella mediocrità comune ed consapevolmente differenti perché convinti si non volere quello che vediamo in quella generalizzazione. Ma cosa cambia, quando arriva quell'età in cui iniziamo a fare bilanci di vita, siam contenti dei nostri obiettivi, ma sentiamo quel vuoto enorme, che ci semrba che i nostri vicini hanno riempito?
Nemmeno la scrittura è più la stessa, un po' come le più famose crisi d'identità degli scrittori nella loro eterna revisione, iniziano una pagina in bianco e facendo un cartoccio che poi finisce nel famoso cestino della stanza di lavoro, (o tutto intorno). Con il digitale non è più nemmeno possibile quello sfogo, quell'accartocciare disperatamente il foglio, mentre solo resta quella barra lampeggiante aspettando che le dita scorrano sulla tastiera, o che al contrario torni indietro correndo , con un delete, per poi essere di nuovo lì, quella barra verticale aspettando che il nero riempia quel vuoto ... Una barra lampeggiante come un ritmo cardiaco.

E capita in quest'età che i piaceri si usino per  riempire un vuoto, per trovare quel godimento istantaneo, e si codificano nell'errore. Il cibo, la scrittura, l'amore. Un'evoluzione lenta ed impercettibile, di cui poco a poco ti rendi conto, se hai avuto fortuna che finalmente hai ottenuto quello che sognavi 10 anni fa, quando quella forza ribelle ti strappava l'anima, e non ti restava che stringer i denti. Evoluzione di un capello bianco, di una ruga in più, quando si passa da quella speranza di un giorno in cui finalmente avremo tutto, alla consapevolezza che una volta ottenuto, non si potrà avere tutto e contemporaneamente. I più fortunati potranno dire, posso ottener tutto, semplicemente non posso averlo tutto nello stesso momento. La dura legge di Murphy, o chi ha pane non ha denti, o l'erba del vicino è sempre la più versa, e la dura legge del gol, sono una costante di noi. La cosa affascinante, è che fortunatamente la coscienza non è rassegnazione, al contrario è accettazione e paradossalmente lotta per avvicinarsi il più possibile a ciò che si desidera, e comportarsi nel modo più conforme all'ottenerla, non importa se non arriva. Accettare e non cercare di cambiare gli altri, ma saper cogliere da loro quello che ci possono dare, con distacco, fino a non alterarsi più. E' amare sé stessi prima di tutti, perché siamo gli unici con cui dovremo convivere per sempre. Pensare fuori dall'ordinario,  e grazie all'assenza di pregiudizio capire che non potremmo essere più felici di come siamo, che le cose non potrebbero andare meglio. Abituarsi alle delusioni, alle aspettative fallite, a quel qualcosa che non va come volevamo, perché non è in nostro potere... ma non abituarsi mai all'amore, a un abbraccio, a un sorriso , alle lacrime di un amico, a un viaggio di ritorno o di riconciliazione. Non abituarsi mai, e rischiare il più possibile. Non c'è niente di meglio avvicinarsi ai 30, e non avere assolutamente nessun rimpianto.


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