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Vivere e-migrando

In coda all aeroporto: imbarco per Madrid.  Un Ipad ci aiuta a passare il tempo. Quante volte qui ormai,quanti voli di andate e ritorni, senza sapere più qual è uno e quale l'altro. Sentirsi stranieri nella propria terra in realtà è affascinante e attira l'attenzione, soprattutto quando realizzi quello che hai sempre voluto fare. Quella sensazione in cui ti fermi, sei solo, osservi intorno a te e pensi: alcuni anni fa immaginavo proprio questo. E adesso ce l'hai... Ma non é mai possibile essere realmente felici? Quando ci si abitua ad ottenere cio che si vuole con le proprie forze, perdiamo la capacita di gestire ció che non dipende da noi e non va esattamente come vogliamo. E ti accorgi che ci sono troppe cose e la vita non basta per fare tutto. Si coltivano amicizie, ma non amori, lavoro, ma poco studio...siamo in balia di un tempo tiranno. Persone care che si sposano e ti fanno sentire il tempo che passa, e una sana invidia per quello che hanno ma una paura di sfondo..

Perchè amo viaggiare

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L'unico modo per poter imparare dalla vita, è vedere le cose da un'altra prosettiva. E' per questo che amo viaggiare.  Viaggiando, ho capito che non mi dovrei lamentare di chi mi chiede aiuto, perchè quando potresti essere solo e vuoi a tutti i costi raggiungere un obiettivo, chiedere aiuto potrà farti bene. E dovrai farlo anche tu, che sei indipendente e sempre restio, perchè pensi di farcela da solo. Viaggiando, ho capito che è inutile avere pregiudizi, perchè parlare con chi ha altre radici, con chi è nato in altre dimensioni, e chi le dimensioni le ha volute cambiare, ti farà capire che ogni pregiudizio è fatto per essere dissolto, e sappi che non tutti hanno questa fortuna. Non c'è cosa più grande che ti fa cambiare, di vedere il cambiamento nell'altro. Imitare è uno schema umano naturale. Mi piace viaggiare perchè ho capito che le cose dure diventano ancora più dure, ma il bello della vita, quello diventa meraviglioso. Riceverai critiche, ti s

L'ARRIVO

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Un po' per caso, un po per destino o volontà, mi ritrovo ad affrontare un nuovo periodo all'estero, a metà ancora tra studio e lavoro, apprendimento e guadagno.  C'è chi dice che lo volevo, c'è chi mi stima, c'è chi non comprende. Fattostà che siamo ancora qua, nuovo incubo valigie, nuovo appartamento, nuova città, stranieri. E sono una testimonianza delle tante, che fuggono dal paese d'origine per cercare fortuna. In realtà non sono poi così avventuriera, non sono passata dalle stelle alle stalle, sono in un paese più che civilizzato -  qui i paragoni con il recente soggiorno argentino sono inevitabili - già assunta come stagista con un progetto europeo. Dejavù: all'aeroporto Valerio Catullo di Verona, esattamente come alcuni mesi fa. Eppure stavolta non mi scendono lacrime. C'è più nervoso, agitazione, come di chi lascia un sacco di sospesi e ha paura di non riuscire a risolverli. Non ci sono lacrime perchè non mi sento più sola, ma solo un po&